- Omaggio a Petrarca, II^ ed 2013 -
Carlo Livia
Teodicea
Carlo Livia
Teodicea
Ci fu un mattino
Che ebbe per voce una musica
smarrita
Ci fu un peccato
Che ebbe per cielo una
tristezza infinita
Ci fu un cielo divelto
Che raccolse con le mani
Frammenti di nostalgia
divina
E di amori lontani
Ci furono voci di lontane divinità
In un dormiveglia di malati
E grida di statue impazzite
In un corridoio di sogni
dimenticati
Ci fu un confine di lacrime
felici
Un’eternità in abito da
sposa
Un tabernacolo colmo di
millenni
E un Dio scomparso nel sogno
d’una rosa
Si vide un paradiso
rinchiuso
In un vecchio appartamento
vuoto
E un guanto dell’Enigma
dimenticato
Sul letto d’un angelo ignoto
Apparve una sera fatta di
sorrisi
Violata da un desiderio
senza fiato
E un volto di donna che
rischiarava
L’ultimo istante smisurato
.................
La
mia donna dai capelli di cielo spogliato
E
di bionde malinconie d’un tempo
Dallo
sguardo di Paradiso violato
E
di preghiera d’anime perdute
Dallo
sguardo di silenzio di violini sepolti
E
d’immensa calamita celeste
La
mia donna dal sorriso di vicinanza degli Dei
Dall’anima
di cattedrale di brezza
E
di primavera suicida
Dall’anima
di profumo d’addio incessante
E
di frontiera proibita
Dai
pensieri di frantumi d’aurora
Di
cieli divelti e notti smantellate
Dalle
parole di sentieri dell’Eden
Dal
corpo di riva sconosciuta
Dal
corpo di altare profanato
E
di vertigine celeste
La
mia donna dal corpo di sorgente dell’estasi
Dai
baci di cieli dischiusi
Dai
baci di silenzio degli Dei
Dalle
carezze di specchi a perdifiato
E
di stanze confuse nell’azzurro
La
mia donna dal respiro di rifugio della quiete
Dalle
dolcezze di madonna pensierosa
Dai
silenzi di giardino segreto
E
d’antiche cerimonie
La
mia donna dal dolore di assenza impossibile
E
di giuramento tradito
Dal
dolore di finestre chiuse per sempre
In
un sogno di Dei in esilio
Dalla
tristezza d’usignolo rapito
Dalla
tristezza d’arpa dimenticata fra le rocce
La
mia donna dalle mani di lune bambine
Che
strappano le radici del pianto
La
mia donna dai gesti di musica e di specchio
Dalla
voce di verande di luce dell’infanzia
E
d’oscuro miele del passato
La
mia donna dalle parole di balaustre di sogno
E
d’immenso ripostiglio azzurro
La
mia donna dagli occhi di lontane avemarie
E
di calme profondità di flauto
Dagli
occhi di ogive marine sull’eterno
E
di misteriosi confini celesti
Dagli
occhi pieni di lacrime del Paradiso
La
mia donna dal volto d’angelo prigioniero
Dal
volto d’ombra divina in uno squarcio del tempo
E
di brezza che ride nel polline dell’addio
La
mia donna dalle labbra d’uragano immobile
Dalle
labbra di dolce rifugio dell’universo
E
di eclissi dell’enigma
La
mia donna dal profilo di sorgente della nostalgia
Dai
baci di precipizio celeste
E
di prigioni spalancate al vento
Dai
baci di morte assassinata che sorride
E
di sospiri di angeli che si svenano
La
mia donna dal sorriso di folle volo di rondini
Dal
sorriso di segreto del tramonto
La
mia donna dai silenzi di navate deserte
E
di sera d’antiche preghiere
Dai
silenzi di culla innevata
Dall’anima
di antiche porcellane
Dall’anima
di specchio delle origini
E
di chiarore nelle tenebre
Dal
passo di delirio in piena luce
La
mia donna dai sogni di statue che sorridono
E
chiudono le uscite del Paradiso
Dai
sogni di azzurre sale di Mozart
E
di scalinate dell’ultimo istante smisurato
Dai
sogni di orfanotrofi degli angeli
E
di tremante capigliatura d’aurora in singhiozzi
Dai
sogni di oscure erbe dell’eterno
La
mia donna dalla lontananza di cielo affamato di stelle
E
di sguardi atterriti di vento
Dalla
lontananza di lune addormentate fra i marmi della fine
La
mia donna dall’assenza piena di spettri che bisbigliano
Dall’assenza
di mura che gridano
E
di notte che precipita stritolando
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Livia
Carezzevoli
cieli sedotti
Dalla
chioma visibile dell’addio
Nostalgie
più lievi d’un sospiro
Nel
celeste mistero d’un amplesso
Scoprono
ogni angolo di desiderio
Per
colmare un cielo d’esilio
Ebbrezza
di anime scomparse
In
un golfo di respiri abbracciati
Sorgente
d’assenze esplorabili
Fra
segrete capigliature d’enigma
Dimenticate
dagli angeli fuggevoli
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